Fino al ‘900 il paesaggio intorno alle Scale Cervati era quello caratteristico delle colline che circondano la città di Napoli ossia un paesaggio agreste periurbano, caratterizzato da casali, ville e orti. Con l’espansione edilizia del secondo dopoguerra, questa zona è diventata uno snodo centrale della città, che mette in comunicazione le zone centrali di Chiaia, Centro Storico e Vomero, con i quartieri di Posillipo, Fuorigrotta e Soccavo.
Nonostante l’alta densità abitativa, questo quartiere si trova privo di spazi pubblici. I vecchi percorsi sono per lo più pedonali e collegano varie scuole della zona. Adesso sono sottoutilizzati, sporchi e degradati, ma potrebbero diventare luogo di aggregazione per bambini e ragazzi del quartiere.
Per fare in modo che questo succeda è importante renderli più attrattivi dal punto di vista estetico.
Il progetto ha coinvolto alunne e alunni dell’I. C. G. Nevio in un’esperienza di progettazione partecipata, un piccolo cantiere di architettura del paesaggio che ha riproposto le stesse metodologie utilizzate dagli architetti per il restauro ed il recupero di beni artistici e la rigenerazione urbana di luoghi abbandonati, adattandole chiaramente all’età degli alunni ed all’aspetto formativo del progetto.
L’obiettivo è stato quello di risvegliare negli alunni il senso di appartenenza ad un luogo attraverso una serie di attività pratiche collettive che permettessero di trasmettere il senso più vero dell’espressione «spazio pubblico».
Per la progettazione della componente didattica del laboratorio si è ricorso alla consulenza di EaS lab realtà all’avanguardia a Napoli nel realizzare percorsi educativi che favoriscano la partecipazione attiva delle comunità locali nei processi di sviluppo sostenibile.
In fondo alla pagina un diario di bordo realizzato con le alunne e gli alunni della scuola descrive le varie fasi di questo processo di architettura partecipata.























