Il potere dell’immaginazione
Ciao giardinauti!
Non scrivo da un po’. La scorsa primavera abbiamo realizzato diversi giardini e progettato per la prima volta un’installazione di arbusti sulla facciata di un palazzo (che stiamo allestendo in questi giorni), perciò il lavoro ha preso il sopravvento.
Poi è arrivato agosto e finalmente, dopo qualche anno di pausa, sono ripartito alla ricerca di paesaggi esotici. Quest’estate sono stato in Georgia e vorrei ricominciare a scrivere queste pillole di paesaggio partendo da qui.
Per chi non la conoscesse, la Georgia è un paese che sta sulla riva orientale del Mar Nero, schiacciata tra la Turchia e la Russia. Più di tremila anni fa la grande pianura che forma la parte meridionale di questo paese era occupata dal favoloso regno di Colchide, dove gli Argonauti si recarono in cerca del mitico vello d’oro, tornandosene con il vello e con Medea.

Io, che certamente non sono un argonauta e che più dell’oro desidero ardentemente talee di piante esotiche, sono andato un po’ più in alto, nella regione dello Svaneti, per risalire il corso del fiume Inguri dal paesino di Mestia al villaggio di Ushguli, camminando per una settimana tra le vette delle montagne del Caucaso.
Perché?
Villaggi cosparsi di torri medievali, pascoli verdi popolati da vacche libere, cascate, fiumi, ghiacciai imponenti e montagne a perdita d’occhio. Perché no? Qualche anno fa avevo visto una fotografia del villaggio di Ushguli e le sue torri di pietra sullo sfondo del monte Shkhara mi avevano folgorato. Mi sembrava la traduzione reale di uno dei miei film d’animazione preferiti: Nausicaä della Valle del vento di Hayao Myazaki.
Non riuscivo a credere che un posto così esistesse davvero, dovevo andarci per forza.
Perché vi dico queste cose?
Perché un viaggio è fatto di immaginazione, quella prima di partire mentre sogniamo il luogo dove vogliamo andare, quella dei ricordi, quando siamo tornati a casa.

Ciò che mi piace di più del progettare giardini e terrazzi è che rispetto a camere da letto, soggiorni e cucine, gli spazi aperti sono ambienti in cui la funzionalità passa in secondo piano.
Non fraintendetemi, con questo non voglio dire che non vadano progettati con attenzione e razionalità, ma che non sono nati per rispondere a delle necessità specifiche. Nel giardino si può fare quello che si vuole perché è uno spazio di libertà, la sua funzione è accogliere, emozionare, rigenerare lo spirito e liberare l’immaginazione.
Progettare uno spazio aperto non vuol dire limitarsi a scegliere dove sistemare un tavolo da pranzo, una pergola o una piscina, ma significa realizzare un paesaggio in cui potersi sentire liberi.
Un ricordo d’infanzia, la foto di un viaggio, un film di fantascienza, una musica, un oggetto: la cosa bella dell’immaginazione è che bastano pochissimi dettagli per farci viaggiare con la mente ed approdare in paesaggi sognati. Per fare un esempio pratico, sul mio terrazzo ho una strelitzia augusta ed ogni volta che la guardo per un breve attimo mi sento ai tropici, le mura invece le ho dipinte di rosa perché mi ricordano i tetti di Marrakesh.

Nei miei lavori, il primo passo di un nuovo progetto è sempre quello di chiedere ai clienti di parlarmi di posti che ricordano con felicità, paesaggi che sono rimasti dentro di loro, in modo da capire insieme che mondo creare nello spazio che hanno a disposizione. A volte chiacchieriamo per ore guardando delle foto ed immaginandoci spiagge, giungle, altalene sotto gli alberi. Può sembrare un gioco (e in parte lo è) ma secondo me è la fase più importante e devo ammettere che per molti clienti è la più emozionante.

Tornare a viaggiare quest’estate è stato per me molto importante, mi ha ricordato perché ho scelto di fare questo lavoro.
Se dovessi dire cosa vorrei portarmi dei paesaggi che ho visto sul Caucaso è la sensazione di avere davanti qualcosa di antico e misterioso. Non so ancora bene come renderla anche perché il mio piccolo terrazzo ha un’estetica abbastanza tropicale, quindi aggiungere piante che vivono in alta montagna non penso funzionerebbe.
Forse però un oggetto di pietra, una scultura primitiva nascosta tra le foglie, qualcosa che mi riporti alla mente quelle torri fantastiche… chissà, forse potrebbe funzionare. Se ne vengo a capo ve lo farò sapere.
E voi? Che paesaggi sono rimasti con voi nel corso degli anni? Che sensazioni ricordate? Che immagini sognate?
A presto giardinauti!

1 Comment
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Che bell’articolo. Grazie!