Map of Greece

‘Map of Greece’ è una carta geografica realizzata come introduzione a una conversazione sulla natura performativa delle mappe.

L’elaborato cartografico è realizzato con uno stile molto semplice in modo da ricondurre la discussione a un aspetto contraddittorio che può (o non può) essere abbastanza evidente: il paese rappresentato dalla mappa è il Giappone, non la Grecia.

L’errore cartografico è rilevabile solamente se insistono una serie di circostanze: l’osservatore conosce la forma del Giappone; l’osservatore conosce la forma della Grecia; l’osservatore può leggere l’alfabeto greco.

Questo già ci dice molto sulla relazione interdipendente che intercorre tra la mappa, il soggetto rappresentato e l’utilizzatore della mappa. Qualsiasi carta geografica è progettata per essere utilizzata ed a seconda dell’utilizzatore funziona in maniera differente: quello che è, ciò che rappresenta, ciò che dice si trasformano in continuazione.

Ma si tratta veramente di un errore? Una mappa è un oggetto che agisce in molteplici direzioni rappresentando diversi oggetti e diversi processi che appartengono a dimensioni spazio-temporali differenti. Se è vero che una mappa può rappresentare un territorio, è anche vero che il modo in cui è realizzata ci può dire molto su chi l’ha disegnata, per chi, in che contesto storico-geografico, con quali finalità.

‘Map of Greece’ intende agire come un sasso buttato nello stagno che rompe la superficie di una semplicistica correlazione tra realtà e rappresentazione, in modo da mettere in luce i complessi meccanismi performativi che si celano dietro la pratica della cartografia.